Premessa: indipendentemente dai modelli e dalle rispettive caratteristiche, è terminata l’epoca in cui gli apparecchi acustici erano dispositivi ingombranti, antiestetici e con un design poco funzionale. La tecnologia applicata al benessere uditivo ha compiuto passi da gigante riservando un’attenzione quasi maniacale a tutti gli aspetti legati all’utilizzo delle protesi acustiche.
Siano essi endoauricolari (ovvero da inserire direttamente all’interno dell’orecchio) o retroauricolari (che prevedono una parte da inserire nell’orecchio e un’altra da appoggiare dietro l’orecchio).
Negli ultimi anni, i produttori di apparecchi acustici hanno dedicato tutti i propri sforzi per offrire ai portatori di protesi la migliore esperienza d’ascolto possibile sotto tutti i punti di vista. A partire dalla qualità del suono, ovviamente, ma riservando la medesima attenzione anche ad altri aspetti che, negli anni scorsi, passavano in secondo piano. Estetica, comodità, facilità di estrazione, aderenza all’orecchio e tanti altri dettagli che possono soddisfare le crescenti e legittime aspettative delle persone con deficit uditivi.
In un certo senso, l’ascesa delle richieste di apparecchi acustici endoauricolari – noti anche come mini apparecchi acustici – è emblematica della tendenza che vede gli utilizzatori sempre più esigenti rispetto alle necessità estetiche. E sempre più giovani rispetto al recente passato.
Mini apparecchi acustici: quali sono i vantaggi?
I mini apparecchi acustici si configurano come un palliativo ideale per chi cerca una soluzione ai propri problemi uditivi senza dare nell’occhio. Sempre più piccoli e funzionali, risultano praticamente invisibili quando vengono indossati. Questa caratteristica consente agli utilizzatori di avere la massima libertà nelle scelte di look. Oltre che aiutarli a conservare riservatezza e discrezione rispetto al proprio deficit uditivo.
Un altro vantaggio degli apparecchi acustici endoauricolari riguarda la loro forma perfettamente aderente all’orecchio e al rischio estremamente ridotto che possano cadere o smarrirsi. L’involucro dei mini apparecchi acustici (guscio), infatti, viene appositamente modellato sulla base dell’impronta auricolare della persona. L’audioprotesista, dopo aver preso il calco auricolare del paziente (un po’ come si fa dal dentista), elabora – attraverso una stampante in 3D – la forma del dispositivo affinché la forma corrisponda fedelmente alle caratteristiche fisionomiche delle sue orecchie.
Così come per gli apparecchi acustici retroauricolari, anche i modelli endoauricolari richiedono un processo di fitting. In parole più semplici, una programmazione personalizzata dell’apparecchio tramite appositi software per compensare le specifiche lacune uditive dell’utilizzatore. Gli apparecchi acustici, infatti, sono computer in miniatura che al proprio interno contengono processori altamente sofisticati che necessitano di essere calibrati. Anche in questo caso ci pensa l’audioprotesista.
A tutto questo, ovviamente, si aggiunge una qualità del suono estremamente elevata anche nei contesti rumorosi e più avversi all’ascolto.
Insomma, discrezione e capacità di restituire i suoni anche negli ambienti più rumorosi come ristoranti e parchi all’aperto, rendono gli apparecchi acustici endoauricolari un rimedio consigliato per chi intende vivere una socialità all’insegna della spensieratezza e della gioia di stare insieme agli altri. Senza sentirsi mai a disagio.
I contro dei mini apparecchi acustici
Spesso, i modelli endoauricolari non sono ricaricabili e richiedono l’utilizzo di pile. Vero che le batterie per apparecchi acustici non presentano un costo esorbitante, tutt’altro, ma in termini di praticità forse potrebbero non rappresentare il massimo della vita.
Stessa cosa vale anche per la connettività con i dispositivi esterni quali TV o smartphone. Gli apparecchi acustici endoauricolari, infatti, non prevedono la possibilità del wi-fi diretto. Al contrario, invece, di alcuni modelli retroauricolari che soddisfano queste esigenze.
I mini apparecchi acustici, inoltre, non sono indicati per tutte le tipologie di perdita uditiva e non risultano idonei per le ipoacusie più gravi.
Ecco perché soltanto un audioprotesista, in seguito ad un approfondito test audiometrico e allo studio del quadro clinico del paziente, potrà essere in grado di orientare la scelta verso la migliore soluzione possibile.