L’audiologia è la branca della medicina che si occupa della valutazione clinica dell’orecchio, con lo scopo di diagnosticare e trattare disturbi del sistema uditivo e vestibolare. A questo proposito abbiamo fatto qualche domanda al dottor G. Spataro, specialista in audiologia del distretto Biondo della Asp di Palermo, in particolare su ciò che riguarda l’ipoacusia.
Quali sono le cause più comuni dell’ipoacusia?
L’ipoacusia, a seconda della porzione dell’orecchio interessato, va distinta in: ipoacusia trasmissiva (orecchio esterno e medio), ipoacusia neurosensoriale (orecchio interno e nervo acustico), mista e centrale.
Naturalmente il calo dell’udito si differenzia, oltre che per la sede interessata, anche per modi di insorgenza. Infatti, può comparire improvvisamente o manifestarsi progressivamente, per gravità con risvolti negativi sulla comunicazione verbale, può essere reversibile oppure permanente e rendere necessari interventi farmacologici o di altro tipo.
Le cause dell’ipoacusia sono molteplici e a volte connesse tra loro. Tra le cause più comuni si possono annoverare:
- le flogosi croniche delle prime vie aeree,
- i traumi acustici cronici,
- l’assunzione prolungata o ad alti dosaggi di farmaci ototossici per gravi patologie che lo richiedono,
- invecchiamento
Che differenza c’è tra una visita audiologica e un esame audiometrico
La visita specialistica audiologica, come tutte le visite mediche, grossomodo, va divisa in due fasi:
- speculativa (raccolta dei dati personali, l’anamnesi familiare, l’anamnesi patologica prossima e quella remota)
- ispettiva (esame obiettivo)
Durante la prima fase non solo si raccolgono le informazioni su sintomi e segni che hanno portato il paziente dallo specialista, ma ci si propone di rilevare eventuali fattori di rischio individuali e ambientali. Naturalmente gli indirizzi di indagine sono strettamente correlati all’età del paziente.
Per esempio, nella prima infanzia si indagherà con più attenzione su quei fattori che rappresentano un rischio per la gravidanza e quindi per il feto. Anche il parto può rappresentare un momento critico per il neonato. Le condizioni pericolose che possono manifestarsi durante e subito dopo il parto possono essere causa anche di ipoacusia o sordità. Nei soggetti adulti avranno importanza anche gli aspetti metabolici, lo stile di vita del paziente, l’esposizione al rumore, l’uso di farmaci ototossici etc.
Con l’esame obiettivo lo specialista andrà a rilevare la morfologia e, se presenti, dimorfismi o malformazioni conclamate della faccia. Con l’otoscopia invece potrà esaminare il padiglione auricolare, il condotto uditivo esterno e la superficie esterna della membrana timpanica, rivelando anomalie e stati patologici.
Naturalmente l’esame obiettivo non si limita solamente all’orecchio ma interessa sia il naso che il cavo orofaringeo. La visita audiologica serve ad orientare lo specialista verso una diagnosi certa o plausibile.
I risultati
Il paziente che si rivolge all’audiologo, in genere, lamenta un “abbassamento” dell’udito, per cui è necessario sottoporre il paziente a una prova strumentale che è chiamata esame audiometrico. L’esame audiometrico, nelle sue diverse varianti, è il passo che deve seguire ad una attenta e completa visita audiologica. Esso serve non solo a quantificare la perdita uditiva ma, in alcuni casi, anche a confermare il sospetto diagnostico.
Per effettuarlo si usa uno strumento che è chiamato audiometro. L’audiometro è uno strumento elettroacustico che permette di indagare la capacità uditiva di un soggetto. Al paziente in questione vengono proposti dei toni puri di frequenze diverse (da 250Hz a 8-10KHz) attraverso delle cuffie apposte sulle orecchie che trasmettono i suoni per via aerea, oppure un vibratore posizionato sulla mastoide che trasmette i suoni per via ossea. Il paziente darà conferma di aver percepito il suono presentato alzando il braccio destro o sinistro a seconda del lato interessato. Le risposte del paziente saranno riportate su un grafico costruendo la cosiddetta soglia uditiva. La soglia uditiva è rappresentata graficamente dall’audiogramma.
Ci sono operazioni o farmaci che posso assumere per la perdita dell’udito?
I provvedimenti terapeutici naturalmente variano in relazione alla localizzazione dell’ipoacusia.
Le terapie farmacologiche ci permettono di curare le patologie infiammatorie e infettive dell’orecchio esterno e medio e dell’eventuale calo del’udito da esse provocata. La chirurgia ci permette di intervenire con buoni risultati nel caso dell’otosclerosi o come nelle otiti croniche, purulente croniche con perforazione della membrana timpanica.
Per quanto riguarda l’ipoacusia neurosensoriale, in cui le lesioni dell’orecchio interno o del nervo acustico non è recuperabile, si deve ricorrere all’applicazione di apparecchi acustici o degli impianti cocleari. Comunque, la finalità ultima dei provvedimenti terapeutici, chirurgici e protesici, è quella di restituire una accettabile, dal punto di vista della socializzazione, capacità di comunicazione verbale. Questo è importante per l’individuo adulto ma è fondamentale per i bambini in cui il linguaggio verbale ancora non è stato acquisito.
Dottor G. Spataro
Fonte: Guida Sanitaria Palermo